Riflessioni sul mondo, forse banali ma senza filtro

Il bavaglio

Il dibattito è il fondamento di ogni nazione democratica, eppure il genocidio in corso a Gaza, per quasi due anni è stato sempre un argomento tabù in tutti i dibattiti politici.

Quei pochi personaggi pubblici che osavano criticare l’operato del governo Netanyahu venivano bollati come antisemiti e zittiti.

Quello che mi ha sempre colpito di tutta questa assurda vicenda è come nessuno di loro abbia mai fatto notare ai propri contestatori la fallacia di questo ragionamento.

Io posso criticare le scelte di un governo ma non per questo sono contro un paese o contro il suo popolo. Questo vale in Italia, in Europa e anche in Israele.

Criticare un premier come Bibi, per le continue e ripetute violazioni dei diritti umani a Gaza, non fa di me né un antisionista, tantomeno un antisemita (semmai mi rende un essere umano).

La sottile linea tra diritto a difendersi e rappresaglia è stata da tempo ampiamente superata a Gaza eppure, nonostante la superiorità militare israeliana, mi dispiace dirlo ma Hamas ha vinto questa guerra.

Da una parte abbiamo un popolo che vive nel terrore dopo i raccapriccianti attacchi terroristici del sette Ottobbre; dall’altra ci sono bambini che hanno perso la famiglia sotto le bombe, che non hanno mai avuto un’infanzia nè un’istruzione: terreno fertile per la prossima generazione di terroristi.

La questione Palestinese è tornata alla ribalta, si parla delle ingiustizie subite dai coloni in Cisgiordania e molti stati si stanno muovendo verso un riconoscimento dello stato di Palestina.

Allo stesso tempo Israele è sempre più isolata nella comunità internazionale per le atrocità commesse sulla popolazione civile in questa lunga guerra contro Hamas.

Gli ostaggi, che dovevano essere la priorità, sono ora quasi una spina nel fianco per Bibi.

Insomma Hamas ha preso uno stato che ambiva ad essere una democrazia occidentale e lo ha trasformato da vittima a carnefice sotto gli occhi di tutti e con la complicità di molti.

Quando qualcuno sbaglia, al posto di avere orde di fanboy a sostenerlo dovrebbe avere amici che gli fanno notare l’errore e forse lo fermano per tempo. Ecco, io penso che in questo frangente i veri antisionisti siano quelli che ci hanno impedito il dibattito.

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